martedì 28 agosto 2012

Recensione: Schegge di me - Tahereh Mafi

"Non sono pazza. Non sono pazza. Non sono pazza. Non sono pazza"


TitoloSchegge di me
AutoreTahereh  Mafi
Prezzo  17,00 
EditoreRizzoli
Pagine365





Trama
264 giorni segregata in una cella, senza contatti con il mondo. Juliette non può parlare con nessuno, e nessuno deve avvicinarla, perché ha un potere terribile: se tocca una persona la uccide. Agli occhi dell'organizzazione che l'ha rapita il suo potere è un'arma stupefacente, per lei è una maledizione. Un giorno però nella cella viene spinto Adam. Juliette non vuole fargli del male, e così lo tiene a distanza. Ma Adam non sa del suo potere, e mentre lei dorme in preda agli incubi la prende tra le braccia per confortarla. Da quel momento tutto cambia, perché Adam, immune al tocco di Juliette, è l'unico che può accettarla così com'è. Insieme progettano la fuga, alla ricerca di un mondo che non la consideri più né un'arma né un mostro, ma una persona speciale, che con il suo potere può fare la differenza

Recensione
Primo romanzo di una trilogia distopica, anche se non l'ho letto di recente sento il bisogno di parlare di questo libro perché questo libro mi ha stravolta di sensazioni. Iniziato un pomeriggio e finito la sera dello stesso giorno, Schegge di me è riuscito a prendermi il cuore e riempirlo d'amore per poi scaraventarlo sul muro, pestarlo, accudirlo, stringerlo, coccolarlo e di nuovo farlo a pezzi. Girare l'ultima pagina mi ha completamente svuotata, l'unico libro che per giorni non sono riuscita a togliermi dalla testa, tanto da non voler iniziare nessun altro libro perchè in cuor mio sapevo che non ne sarebbe stato all'altezza.
La trama non spicca per la sua originalità, segue il filone di altri romanzi distopici ambientati in un futuro apocalittico: il mondo è cambiato, il cibo scarseggia e l'inquinamento è ai massimi livelli, tutto è grigio e a governare è la Restaurazione, un organizzazione che ha preso il potere con la promessa di soccorrere alla civiltà ma che si rivela poi agire in modo egoistico e a fermare ogni tipo di ribellione.
La protagonista è Juliette, rinchiusa in una cella da 264 giorni senza poter avere alcun contatto con le persone, sola con un una penna ed un quadernetto, finché non arriva Adam, con quei famigliari occhi azzurri, Adam che come lei viene rinchiuso in quella cella, Adam che le parla di come il mondo stia andando a rotoli lì fuori, Adam, uno sprazzo di luce in quei giorni così neri. Ma lui non è chi dice di essere, lui è lì per testarla. Perché c'è chi intende usarla come arma. Sì, perché Juliette ha un dono. Una maledizione. Il suo tocco può uccidere.
Qui mi fermo per non rovinare troppo il racconto, dico solo che la dolcezza che fa nascere e crescere la storia d'amore tra i protagonisti, il modo in cui lui la guarda e non vede un mostro ma una ragazza da proteggere e amare, è qualcosa di magico.
Quello che al contrario della trama ho trovato davvero originale è lo stile che usa la Mafi, le emozioni che provano i protagonisti riescono a togliere il fiato al lettore: ero in quella cella con lei, ho sofferto nel vederla soffrire, ho percepito la sua solitudine nelle mie ossa ed il disperato bisogno di un abbraccio, di una carezza, di un bacio.
Scorrevole e a tratti poetico il romanzo si legge davvero in una manciata di ore, i protagonisti sono ben caratterizzati e vi posso assicurare che alla fine sentirete il bisogno di leggere il seguito.
Una curiosa ma innovativa modalità che la Mafi usa per far partecipe il lettore dei pensieri di Juliette, quei pensieri di cui lei stessa ha paura, è quella di sbarrare le parole, davvero geniale!
Lo consiglio a chiunque ami il genere distopico e romantico, romantico, romantico!

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